Haiku
Il fiore della poesia giapponese
(prefazione a cura di Elena Dal Pra)
” Marco stava appoggiato al parapetto di lacca scarlatta che guardava un piccolo stagno quasi interamente coperto di ninfee. Aprì il libro che teneva in mano ma in quel momento dalla proda muschiosa del laghetto qualcosa si mosse e Marco vide una piccolissima rana brillante di smeraldo tuffarsi nell’acqua. Attese un momento, poi aprì il libro. Era un libro di Haiku, lo aprì a caso e come un miracolo i suoi occhi caddero immediatamente sulla seguente poesia:
Nel vecchio stagno
una rana si tuffa
Il rumore dell’acquaEra tutto, ma per Marco, fu uno dei momenti più stralunati e alti della sua vita, momenti che solo il Giappone creava. “
Queste righe appartengono all’incantato diario del viaggio giapponese di Goffredo Parise, uno scrittore che ha raggiunto i risultati più alti in una forma, quella dei Sillabari, che in qualche modo ricorda la suggestione semplice e profonda che gli haiku ci offrono; come Parise enuclea nelle sue brevi prose.
Velato lago
affiora la ninfea
Lento meriggioCresy@2012 haiku 305
febbraio 5, 2014 at 4:33 PM
L’ha ribloggato su Crescenza Caradonna blog's.
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